PERSONE CON HIV, HCV, HBV/delta. LE CERCHIAMO, LE TROVIAMO, LE AIUTIAMO A CURARSI
Fare sistema tra ospedale e territorio per un mondo libero da infezioni
Torino, 16 novembre 2024
Programma:
- I late presenters in HIV. Analisi di una casistica dell’Ospedale Amedeo di Savoia degli ultimi 10 anni: si poteva fare una diagnosi prima? – Dr. Orofino
- La terapia dell’HIV/AIDS: tra efficacia, tollerabilità e aderenza – Dr.ssa Bargiacchi
- Casi clinici paradigmatici – Dr.ssa Mesturino, Dr. Panero, Dr. Bonatti
- Screening HCV: facciamo il punto – Dr. Ferrara
- Identikit della persona HBsAg+ – Dr.ssa Quaranta
- La terapia delle epatiti virali HCV, HBV, HDV. Focus on – Dr.ssa Marinaro
- Casi clinici paradigmatici: Dr. De Santis, Dr.ssa Oliveri, Dr.ssa Mesturino
Il convegno nasce nell’ambito del progetto HIV-HCV free, con l’obiettivo di riflettere sui percorsi di diagnosi precoce e presa in carico delle persone con infezione da HIV, da HCV e da HBV/delta per diminuire il più possibile il numero di diagnosi fatte in fase avanzata che portano con sé problematiche di salute individuale del soggetto e un peso maggiore sul sistema di cura.
Obiettivo della giornata è permettere un confronto tra specialisti infettivologi, medici di medicina generale e specialisti ambulatoriali e ospedalieri della città di Torino, per condividere strumenti clinici, fondamentali per la diagnosi e la gestione delle infezioni da HIV, HCV e HBV, ma anche esperienze di situazioni in cui è stato importante e dirimente pensare di proporre al paziente il test per una di queste infezioni.
L’intervento del dr. Orofino analizza il concetto di paziente con infezione da HIV “late presenter”, innanzitutto definendolo come persona con numero di linfociti CD4 < 350/mmc o con una malattia indicativa di AIDS, indipendentemente dal numero di CD4, in occasione della prima diagnosi di infezione da HIV. Negli ultimi anni, le persone che arrivano tardi alla diagnosi rappresentano una quota importante delle nuove diagnosi annuali ed è provata una più ampia mortalità rispetto alla popolazione con infezione da HIV che viene diagnosticata in fasi più precoci. Nella casistica riportata dal dottor Orofino negli anni dal 2012 al 2023 ci sono state 707 nuove diagnosi di infezione da HIV, con 407 late presenters (57%), per lo più maschi, di origine italiana, che hanno contratto l’infezione da HIV per via sessuale, con un’età media alla diagnosi di 42 anni. Le strategie per intercettare prima questi pazienti proposte dal Dr. Orofino sono le seguenti:
1) Estendere il test HIV all’interno di altri esami cosiddetti di “routine” o in concomitanza di accertamenti per altre patologie da diagnosticare o da controllare nel tempo;
2) Aumentare la richiesta del test guidata dalle HIV indicator conditions in tutti i servizi di salute pubblica, quindi in pronto soccorso e negli studi dei medici di medicina generale e degli specialisti ambulatoriali, predisponendo adeguate check-list che facilitino l’inclusione del test HIV nel processo anche mentale che il medico segue per valutare il paziente che si trova davanti;
3) Sviluppare ampie ed efficaci campagne pubbliche che raggiungano un numero rilevante di persone che non appartengono alle cosiddette “popolazioni a rischio” con l’obiettivo di normalizzare il test HIV, anche portandolo fuori dagli abituali contesti istituzionali ospedalieri, e ridurre lo stigma;
4) Diminuire le barriere strutturali al test HIV, rendendo facile e accessibile la sua esecuzione;
5) Richiedere il test HIV sulla base dell’appartenenza a “popolazioni a rischio”, come uomini che fanno sesso con uomini, sex workers, persone transgender, popolazione carceraria, persone che fanno uso di sostanze per via iniettabile, e, più in generale, popolazioni marginalizzate.
La dr.ssa Bargiacchi nella sua relazione propone un’ampia panoramica sulle terapie per l’infezione da HIV, che, negli ultimi anni, hanno raggiunto successi straordinari in termini soprattutto di efficacia, ma anche di tollerabilità e qualità della vita, con l’implementazione delle terapie long-acting iniettabili. Particolare rilievo viene dato all’importanza della terapia come prevenzione della trasmissione dell’infezione da HIV e viene ricordato il concetto, ormai riconosciuto a livello internazionale, della non trasmissibilità della infezione a fronte di una carica virale stabilmente soppressa (U=U).
Il dr. Panero, dirigente del DEA dell’ospedale S. Giovanni Bosco, e il Dr. Bonatti, chirurgo dell’ospedale Maria Vittoria, riflettono sull’opportunità di considerare il passaggio in Pronto Soccorso e in Chirurgia come un’occasione per proporre ad un numero ampio di persone il test HIV. Nei loro interventi danno rilievo al numero dei pazienti che potrebbero essere coinvolti e testati ma invitano anche a considerare le criticità di tipo organizzativo. In particolare, il dr. Panero racconta un caso clinico focalizzando l’attenzione sul ragionamento clinico che ha portato alla diagnosi di infezione da HIV facendo luce sui bias cognitivi che possono inficiarne l’efficacia.
La dr.ssa Ferrara, Responsabile SS Prevenzione e Promozione della Salute UVOS di Asti, offre una panoramica sul progetto nazionale di eradicazione della epatite C che promuove il programma di screening gratuito per prevenire e controllare il virus dell’epatite C rivolto a tutti i cittadini tra il 1969 e il 1989 e in Piemonte sta procedendo attraverso la convocazione per mezzo lettera cartacea. L’iniziativa ha già raggiunto decine di migliaia di utenti, ma i dati di effettiva partecipazione dei cittadini all’iniziativa sono variabili a seconda delle zone, ma in linea generale molto bassi.
La dottoressa Quaranta presenta una panoramica efficace sull’infezione da HBV, infezione asintomatica nella maggior parte delle persone, ma può cronicizzare nel 5-10% dei casi e nel 20% può evolvere in cirrosi epatica. È fondamentale fare screening e, se necessario, diagnosi precoce di questo tipo di infezione, sia in termini di evoluzione clinica (ridurre progressione della cirrosi, ridurre evoluzione ad epatocarcinoma, migliorare la sopravvivenza a lungo termine) sia in termini di controllo di trasmissione della malattia. I soggetti che dovrebbero essere coinvolti sono le persone sessualmente attive, che fanno uso di sostanze per via endovenosa, le donne in gravidanza o con desiderio di prole, le persone provenienti da aree ad alta endemia, gli operatori sanitari, i contatti familiari e sessuali di persone infette, i soggetti con ipertransaminasemia, le persone che devono avviare terapia immunosoppressiva e immunomodulante e tutti coloro che lavorano nell’ambito dell’estetica. La dottoressa Quaranta ha ricordato ha fatto il punto su quali sono gli esami utili per l’inquadramento diagnostico e sull’importanza di testare anche per il virus dell’epatite Delta (HDV), un virus satellite che può coinfettare o sovrainfettare soggetti affetti da HBV. In Italia la prevalenza di HDV nei pazienti HBsAg positivi è stimata tra il 4,5% e il 13,0%.
L’approfondimento sulle epatiti virali continua con gli aspetti legati alle terapie che di cui parla la dottoressa Marinaro che si focalizza sugli aspetti pratici di gestione e di follow-up rilevanti per il medico di medicina generale che invia il paziente allo specialista e poi lo segue nel tempo. (…) Proprio nell’ottica della collaborazione tra medicina generale e specialistica, aspetto centrale del convegno e del progetto HIV-HCV free, si inseriscono i casi clinici presentati dalla dottoressa Oliveri, dalla dottoressa Mesturino e dal dottor De Santis, occasioni di confronto costruttivo e take home messages importanti per tutti i partecipanti.