STOP AIDS E CIRROSI: STRATEGIE CONDIVISE PER UNA DIAGNOSI PRECOCE DI HIV E HCV
Programma:
- I segni/sintomi sentinella di infezione da HIV e HCV: focus on – Dr. Orofino
- La terapia anti HIV e anti HCV come cura e prevenzione – Dr.ssa Bargiacchi
- L’esperienza ligure – Dr. Forni
- L’esperienza del DEA ospedale S. Giovanni Bosco – Dr. Panero
- Il test HIV: luci e ombre – Dr.ssa Pasqualini
- Il progetto nazionale di eradicazione della epatite C: a che punto siamo in Piemonte – Dr.ssa Scarvaglieri
Il convegno nasce nell’ambito del progetto HIV-HCV free, con l’obiettivo di riflettere sui percorsi di diagnosi precoce e presa in carico delle persone con infezione da HIV o da HCV per scongiurare una diagnosi in fase avanzata di entrambe le patologie, ossia, rispettivamente, AIDS e cirrosi.
Il progetto si propone diversi ambiti di intervento. In primo luogo, punta ad implementare l’offerta del test per HIV e HCV nella città di Torino e provincia attraverso il coinvolgimento e la formazione dei medici di medicina generale (MMG) e degli specialisti ambulatoriali (SA) per una diagnosi il più precoce possibile. In secondo luogo, il progetto promuove campagne informative che facilitino e aumentino la domanda di esecuzione del test da parte della popolazione generale.
Obiettivo della giornata è permettere un confronto tra specialisti infettivologi piemontesi e liguri, medici di medicina generale e specialisti ambulatoriali e ospedalieri della città di Torino, per condividere strumenti clinici per la diagnosi e la gestione delle infezioni da HIV e HCV, ma soprattutto per riflettere sulle possibilità esistenti di proposta, accesso al test e presa in carico del paziente in caso di positività e sulle opportunità di costruire percorsi nuovi. Inoltre, l’incontro è un’occasione per ribadire alla popolazione locale l’importanza della prevenzione attraverso il ricorso al test.
In questo contesto si collocano gli interventi del dr. Orofino e della dr.ssa Bargiacchi, medici infettivologi di Torino e Novara. L’intervento del dr. Orofino propone, sulla base del documento prodotto dall’European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC) “HIV indicator conditions: Guidance for implementing HIV testing in adults in Health Care settings”, l’offerta del test HIV in presenza di condizioni cliniche, non necessariamente rare o gravi, che possono essere associate con l’infezione da HIV. Il dr. Orofino sottolinea l’importanza di ridurre le “occasioni sprecate” di diagnosi, portando alcuni casi clinici di pazienti con episodi di Herpes Zoster ricorrenti che avrebbero potuto condurre il medico a proporre il test HIV prima di quanto è avvenuto in realtà.
La dr.ssa Bargiacchi nella sua relazione propone un’ampia panoramica sulle infezioni da HIV e da HCV, focalizzando l’attenzione sullo sviluppo delle terapie per HIV e HCV che, negli ultimi anni, hanno raggiunto successi straordinari in termini soprattutto di efficacia, ma anche di tollerabilità e semplificazione. Particolare rilievo viene dato all’importanza della terapia come prevenzione della trasmissione dell’infezione da HIV e viene ricordato il concetto, ormai riconosciuto a livello internazionale, della non trasmissibilità della infezione a fronte di una carica virale stabilmente soppressa (U=U).
Il dr. Forni riporta l’esperienza della divisione di Infettivologia dell’ospedale di Sanremo, punto di riferimento ligure importante dal momento che Sanremo (come Torino) fa parte della rete Fast Track City dal 2020 con l’obiettivo di azzerare i nuovi casi di infezione da HIV entro il 2030 e ridurre del 90-95% le nuove infezioni (https://www.fast-trackcities.org/). In questo ambito, il dr. Forni ha descritto le campagne preventive promosse all’interno delle scuole e, in generale, le numerose iniziative messe in atto in contesti non istituzionali per facilitare l’accesso ad una buona informazione e all’esecuzione dei test per HIV e HCV.
Il dr. Panero, dirigente del DEA dell’ospedale S. Giovanni Bosco, riflette sull’opportunità di considerare il passaggio in Pronto Soccorso come un’occasione per proporre ad un numero molto alto di persone il test HIV. Nella sua relazione il dr. Panero dà rilievo al numero dei pazienti che potrebbero essere coinvolti e testati ma invita a considerare il reale compito del Pronto Soccorso nella presa in carico di un paziente e le criticità di tipo organizzativo che un’offerta del test HIV a tutti con obbligo di consenso informato potrebbe comportare in termini di carico di lavoro e di difficoltà logistiche. Il dr. Panero propone di utilizzare una modalità di offerta del test OPT-OUT, nella quale il test è inserito nella routine degli esami proposti ai pazienti che possono decidere di non sottoporvisi.
La dr.ssa Pasqualini, epidemiologa del SeREMI (Servizio Regionale di Riferimento per la sorveglianza, la prevenzione e il controllo delle malattie infettive), ripercorre la storia normativa del test HIV in Italia, soffermandosi sui risultati raggiunti, in modo particolare sulla facilità di accesso al test che è offerto in modo gratuito, senza prenotazione (nella maggior parte dei contesti cittadini la situazione sta tornando ad essere come prima della pandemia), senza prescrizione medica, con la possibilità di effettuarlo in anonimato e anche in contesti non istituzionali. La dr.ssa Pasqualini pone l’attenzione sui documenti istituzionali che hanno tracciato, e tracciano tuttora, le Linee Guida per l’offerta del test a livello nazionale (Piano Nazionale di Interventi contro HIV e AIDS 2017-2019) e regionale (Politiche di offerta del test HIV in Piemonte del 2016). Inoltre, si sofferma sulle esperienze positive di normalizzazione dell’offerta del test HIV in popolazioni specifiche (su tutte l’esperienza della Agenda di Gravidanza) e sulle criticità ancora presenti, in modo particolare sulla gestione dell’offerta al test HIV ai soggetti minorenni. In Piemonte è possibile per un soggetto considerato “grande minore” (almeno 16 anni di età) eseguire il test senza il consenso dei genitori che vengono coinvolti solamente in caso di positività, ma la questione richiede un aggiornamento definitivo della normativa.
L’intervento della dottoressa stimola la partecipazione dei presenti che avanzano proposte interessanti di percorsi clinici che potrebbero essere numericamente rilevanti e particolarmente recettivi all’inserimento del test HIV nella prassi clinica, per esempio il percorso della procreazione medicalmente assistita.
La dr.ssa Scarvaglieri, della S.C. Emergenze Infettive, Prevenzione e Promozione della Salute dell’ASL Città di Torino, offre una panoramica sul progetto nazionale di eradicazione della epatite C che promuove un programma di screening gratuito per prevenire e controllare il virus dell’epatite C rivolto a tutti i cittadini tra il 1969 e il 1989 e in Piemonte sta procedendo attraverso la convocazione per mezzo lettera cartacea. L’iniziativa ha già raggiunto decine di migliaia di utenti, ma è necessario migliorare l’effettiva partecipazione dei cittadini all’iniziativa.
La discussione conclusiva conferma la disponibilità dei partecipanti ad essere coinvolti in iniziative di formazione e di ampliamento dell’offerta del test per HIV e HCV, individua le patologie sentinella su cui porre attenzione nella visita clinica e annuncia la prossima partenza di un progetto pilota presso il DEA dell’ospedale San Giovanni Bosco di Torino finalizzato alla diagnosi precoce di HIV basata proprio su tali patologie sentinella/indicatrici.